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REVIEW NEW TRIOPLAN

IL RITORNO DI UNA LEGGENDA 
Il rinomato marchio Meyer-Optik-Görlitz è tornato sulla scena dal 2014. La sua storia illustre è costellata di una profusione di innovazioni interessanti. Ma mai quanto la rinascita di questi autentici classici Meyer Optik Görlitz. Riprogettati da Görlitz, made in Germany, questi speciali obiettivi ti faranno immergere in una nuova prospettiva della fotografia. 
Sii diverso. Diventa parte della leggenda Görlitz oggi. 
Gli obiettivi moderni sono specializzati nella riproduzione di ciò che si vede. Ma gli obiettivi Meyer-Optik-Görlitz riprendono la scena nel suo complesso e consentono di guardare oltre il soggetto, cogliendo il momento in tutte le sue esperienze sensoriali. Una lente che rappresenta questo stile di fotografia è il nostro Trioplan 100... 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Così la Meyer-Gorlitz descrive il suo cavallo di battaglia. 
Il Meyer-Optik-Görlitz Trioplan 100 è un obiettivo che non ha bisogno di presentazioni perchè la fama lo precede. 
È uno dei pochissimi obiettivi che non hanno bisogno di specificazioni, poichè che una foto sia stata realizzata con un trioplan lo si capisce al primo sguardo. 
Partiamo subito col dire che non è un obiettivo per PixelPeeper: a TA non è il massimo della nitidezza, poer non parlare delle aberrazioni cromatiche e del trattamento antiriflessi inesistente, la minima distanza di messa a fuoco non lo rende adatto a ritratti o macro....eppure sono proprio questi i settori nei quali questo obiettivo brilla! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Insomma, già da questa breve presentazione si capisce che è un obiettivo da odi et amo. 
Ma andiamo per ordine, partendo dalle CARATTERISTICHE TECNICHE: 380gr, 3 elementi in 3 gruppi, 15 lamelle e 52mm di diametro per i filtri: obiettivo leggero, quasi giocattoloso ma elegante e raffinato in questa nuova veste aggiornata total black. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



A proposito di raffinatezza, in Meyer Gorlitz fanno le cose bene, e la SCATOLA E CUSTODIA con la quale arriva l'obiettivo lo fanno ben intendere: mai visto un confezionamento di tale livello, e di lenti ne ho avute e altrettante scatole sono state aperte. Aprire il cofanetto fa capire il perchè il prezzo della nuova versione Trioplan sia così salato, ma di questo ne parliamo dopo! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Ora arriviamo alla parte interessante, quella per la quale tutti state leggendo queste righe: RESA OTTICA. È un obiettivo a sè: i suoi difetti ottici sono in realtà i suoi punti di forza. A TA soffre di aberrazioni cromatiche, e la nitidezza non è esagerata...anzi, è decisamente soffice. Eppure questa resa soft e morbida contribuisce a creare l'atmosfera eterea che domina gli scatti sfornati da questo gioiellino! Chiudendo il diaframma, i difetti/pregi si riducono, e ciò appiattisce la resa. Diventa meno personale e più monotona, senza quindi particolarità. Una nota veramente negativa è la minima distanza di maf: 1.1m...troppo anche per fare un ritratto ravvicinato, un close-up. Basti pensare che il modesto Canon 100mm f2 ha una minima distanza di maf a 0.90m: 20cm su queste focali fanno la differenza, e non poco! Questa è l'unica nota dolente che ho notato nell'utilizzo di questo obiettivo. È anche vero che fare una lente 2.8 e così leggera, con queste particolarità, impone dei compromessi inevitabili. Tutto ciò però può essere ovviato attraverso l'utilizzo di tubi di prolunga (basta il tubo della misura più corta per avere una minima distanza di maf già sfruttabile per ritratti e qualche macro a soggetti grossi (perdendo ovviamente la maf ad infinito). 

 

 

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L'altro motivo per il quale si compra un Trioplan è il BOKEH. Premesso: le bolle compaiono principalmente se il soggetto si trova alla minima distanza di maf e controluce. Ciò implica che per ottenere il bokeh a bolle tipico, si devono avere condizioni adeguate, non esce sempre. Ed è proprio questo che inizialmente mi ha spiazziato: testando l'obiettivo, facendo delle foto-prova alla mia fidanzata, le bolle non comparivano; allora penso “probabilmente hanno cambiato la disposizione delle lenti e del vecchio bokeh non c'è piu traccia”: in realtà, con le giuste condizioni, come dicevo, il bokeh esce ed è molto molto particolare. Quindi, preparatevi a questo: le foto col Trioplan non sono così semplici da fare come può sembrare!! 

 

 

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Capitolo MACRO: fare macro con il trioplan all'inizio può sembrare una impresa: necessari i tubi di prolunga (almeno quello da 25mm), la slitta micrometrica se si desiderano fare macro superiori all'1:1 e un tripod stabile. Dopodichè, tanta pazienza nella ricerca del soggetto e nel posizionamento dell'attrezzatura. Dove sta la difficoltà allora? Sta nel fatto che trioplan + tubo di prolunga diventa una configurazione molto sbilanciata in avanti, sarebbe opportuno usare dei tubi con l'aggancio per il tripod (stesso concetto dei teleobiettivi, come se la reflex/mirrorless fosse agganciata al collare), in modo da avere una configurazione il più stabile possibile. Nella macro comunque l'obiettivo dà infinite possibilità creative e l'unico limite è la durata della luce ideale: quella di luce e tramonto, quando ciè si riescono ad ambientare delle macro sfruttando il controluce per enfatizzare il bokeh a bolle di sapone. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Capitolo RITRATTI: come anticipavo prima, la minima distanza di maf pone dei vincoli nel realizzare dei ritratti ravvicinati e close-up: si può sempre ovviare con un tubo di prolunga, consci però che così facendo si perde la maf ad infinito. 

Passiamo ora alle SENSAZIONI DURANTE L'UTILIZZO: le ghiere sono fluide. La ghiera della maf forse è un poco troppo dura e ciò rende meno immediata la maf manuale: passare dalla minima distanza di maf ad infinito, richiede diversi secondi proprio per la durezza della maf. Non che la ghiera sia dura, ma una ghiera della maf su un obiettivo manuale dovrebbe essere burrosa per permettere una maf manuale il più veloce possibile. Ovviamente questo rappresenta un problema solo qualora si scatta durante una sessione di ritratti, oppure quando si fa street con questo obiettivo; nella macro questa caratteristica non rappresenta di certo un difetto. 
Anche la ghiera dei diaframmi ha la stessa fluidità e consistenza della ghiera della maf, ma in questo caso rappresenta un pregio perchè così non si modifica erroneamente l'apertura. 

COSTRUZIONE: la costruzione dell'obiettivo è interamente metallica: il feeling è ottimo, dà una sensazione di solidità e qualità. Ottima la fattura del paraluce, che si avvita senza problemi e aiuta a proteggere la lente frontale, oltre che da fastidiose infiltrazioni laterali di luce, anche da spiacevoli inconvenienti quali urti, graffi o cadute. 
Questo obiettivo è disponibile per diversi sistemi: Canon, Fuji X, Leica M, Leica L, M42, Micro-4/3, Nikon, Pentax, Sony E; vasta quindi la scelta, che riesce ad accontentare tutti, e che rappresenta sicuramente una innovazione rispetto alla versione vintage disponibile solo per Exakta e M42. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ESPERIENZE D'USO: uso questa ottica su Sony A7R con Metabones. Perchè col Metabones? Perchè Meyer Gorlitz mi ha spedito la versione Nikon che così posso utilizzare anche con altri sistemi (su Nikon appunto o, tramite adattatore adeguato, anche su Canon -qualcuno ricorderà il periodo in cui si montava il Nikon 14-24 2.8 sulle Canon FF- o sulle Sony come sto facendo io): problemi di elettronica non ce ne sono, ergo in questa configurazione ho la maggiore versatilità possibile! 
Il vantaggio di usare il Trioplan con il sistema Sony è rappresentato dal Focus Peaking, manna dal cielo per queste ottiche vintage e/o a maf manuale. Il “problema” è che, come dicevo prima, la ghiera della maf è duretta, e questo riduce la potenziale immediatezza di maf manuale che si avrebbe se la ghiera fosse più morbida unita all'efficacia del Focus Peaking. Usando per esempio il Nikon 85 1.8d, il confronto è impari: la ghiera del Nikon è morbidissima nella maf manuale, sembra quasi “rotta” per quanto sia morbida...eppure è proprio questa morbidezza che aiuta nella velocità di maf manuale tramite Focus Peaking (il Nikon non è un fulmine in modalità af, e spesso focheggio più veloce sulla Sony manualmente di quanto non facesse la D810 con l'85 in af). 

Ora parliamo del PREZZO: 1499 sul sito ufficiale di Meyer Gorlitz. Molti, per alcuni aspetti troppi, ma.... che valore diamo alla creatività? Ha senso acquistare nel 2018 intorno ai 600€ una copia del “vecchio” Trioplan che può avere anche 50/60 anni con rischio muffe/polvere/umidità annesso? 
Parere personale: se si ha intenzione di usare intensivamente il Trioplan anche in ambito professionale, è necessario rivolgersi alla nuova versione, anche per avere la sicurezza che dietro all'acquisto ci sia un'assistenza efficace e capace in caso di danni o necessità di riparazioni. Se si ha intenzione di usare il Trioplan per fare una manciata di foto all'anno, ritengo sia comunque esagerato dedicare diverse centinaia di euro al Trioplan 100 Vintage, e si potrebbe risolvere il problema della “scimmia” del bokeh a bolle acquistando per poche decine di euro il meno famoso Trioplan 50 2.9 “vecchio” (si trovano ottimi esemplari intorno ai 100€ sulla baia). 

Ringrazio Meyer-Optik-Gorlitz per avermi mandato l'esemplare di Trioplan (per ulteriori informazioni, https://www.meyer-optik-goerlitz.com/it/trioplan-100-f2.8 ) 

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LG 

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